Tumori e IST

  • Da tempo è noto che alcuni tumori umani possono essere causati o facilitati da infezioni.

    Nell'Unione Europea circa il 10% dei tumori è collegato ad un’infezione. In questa sezione vogliamo dare alcune informazioni generali sulle relazioni tra malattie infettive e sviluppo di alcuni tumori

  • Quali microorganismi possono facilitare o provocare lo sviluppo di un tumore maligno?

    Generalmente sono virus . lo sviluppo di un tumore è un processo complesso: il virus è spesso una causa necessaria ma non sufficiente e sono necessari molti altri fattori personali ed ambientali . Dopo l’infezione giocano un ruolo importante altri agenti cancerogeni di natura fisica o chimica che possono agire sulle cellule inizialmente trasformate dal virus, ad esempio il fumo di sigaretta .La comparsa del tumore è, dunque un evento relativamente raro che insorge dopo molti anni, spesso decenni dall’infezione

  • Che tipi di virus provocano il cancro?

    Tra i virus sessualmente trasmissibili che sono associati allo sviluppo di tumori vanno ricordati il virus HPV, il virus della Epatite B e C , il virus HHV-8.

  • HPV e Cancro

    I papillomavirus umani (Hpv, dall’inglese Human papilloma virus) sono virus che si trasmettono per via sessuale e che si localizzano soprattutto nelle cellule della pelle e delle mucose . Esistono oltre 200 tipi di Hpv, ognuno con una preferenza particolare per alcuni tipi di cellule. Una quarantina di tipi preferisce vivere nelle zone ano-genitali, in particolare la cervice uterina, vagina, vulva, l’ ano o il pene. Sono classificati con un numero ma vengono anche distinti per la loro capacita di trasformare le cellule dove vivono. La maggior parte delle infezioni da Hpv è limitata nel tempo, perché il virus viene eliminato dal sistema immunitario prima di danneggiare le cellule. La grande maggioranza delle infezioni infatti scompare spontaneamente, circa il 50% nel corso di un anno e circa il 90% in due anni. In una minoranza di casi l’infezione diventa persistente, quindi cronica e dopo alcuni anni ( 5-6 in media) provoca la trasformazione cellulare e l’insorgenza delle lesioni “pre-cancerose”. Anche queste possono andare via ma una parte rimane e dopo molti anni (10-30) può trasformarsi in carcinoma invasivo.

  • Tumori correlati ai virus epatitici HBV – HCV

    meccanismi. Anche in questo caso in generale il virus diventa persistente per l’incapacità di controllo ed eliminazione da parte del sistema immunitario. In massima parte l’infezione cronica provoca un danno infiammatorio del fegato portando prima alla cirrosi e quindi allo sviluppo del cancro. Il virus della Epatite C è anche associato allo sviluppo di tumori del sistema immunitario ( linfomi) . In Italia ogni anno si diagnosticano oltre 10.000 casi di tumori del fegato, molti di essi provocati da una precedente infezione da virus dell’epatite B o C.

  • I tumori provocati dal virus HHV-8

    Questo virus infetta alcune cellule dei vasi sanguigni e causa un tumore chiamato Sarcoma di Kaposi. E’ una forma rara di tumore ( circa 1000 casi all’anno in Italia ) ed è quasi sempre associato all’infezione da HIV.

  • IL TUMORE DEL COLLO DELL'UTERO

    L’infezione da virus HPV ( abbreviazione di Human Papilloma Virus) , associata ad altri fattori tra cui il fumo di tabacco, è la causa di questo tumore che per lungo tempo non dà sintomi. Tra quelli causati da questo virus è il più frequente. Le alterazioni che precedono lo sviluppo del tumore si riconoscono con un esame chiamato Pap-test. La diagnosi nella fase iniziale permette la guarigione nel 100% dei casi. Attualmente è disponibile una vaccinazione che è molto efficace nel prevenire l’infezione da HPV. Pertanto nel futuro potremmo assistere ad una notevole riduzione dei casi di questo tumore se la vaccinazione sia ampiamente diffusa.

  • Cause

    L’infezione da HPV è una condizione molto frequente. Tuttavia tra i tanti tipi di questo virus , alcuni possiedono caratteristiche particolari , usando parole semplici sono più “cattivi “ e tecnicamente sono definiti “ad alto rischio” perché capaci di trasformare le cellule , da normali a tumorali. Come abbiamo anticipato, se l’infezione da parte di questi ceppi non è eliminata spontaneamente , si può cronicizzare. Dopo anni la persistenza dell’HPV può indurre trasformazioni delle cellule del collo dell’utero che lentamente degenerano fino allo sviluppo di un tumore maligno. Le trasformazioni sono favorite dal fumo di sigarette e dagli ormoni. Nel mondo si stimano 510.000 casi l’anno, con 200.000 morti. Ogni anno in Europa ammalano di cancro cervicale circa 60.000 donne e oltre la metà muore. In Italia ci sono 3.500 nuovi casi l’anno e 1.500 morti. La stragrande maggioranza dei casi potrebbe essere prevenuta! Le persone affette da immunodepressione ( da HIV o da altre cause ) hanno un rischio aumentato di sviluppare questo tumore.

  • Sintomi

    Per lungo tempo il tumore non dà alcun sintomo che possa mettere in allarme. Per questo l’unico modo per individuarlo nella fase iniziale è sottoporsi ad un esame chiamato Pap-test (vedi oltre).

  • Screening, diagnosi e cura

    Tutte le donne in età compresa tra 25 e 65 anni, in particolare quelle sessualmente attive, devono eseguire un “Esame di screening”. Non esistendo una cura che elimina il virus persistente, la cosa più importante è cercare attivamente le alterazioni provocate dal virus. Le alterazioni che precedono il cancro o il tumore stesso si riconoscono con un esame chiamato Pap-test. Se questo risulta anormale si farà un esame successivo chiamato colposcopia, che permette di vedere a maggior ingrandimento il collo dell’utero. Se il medico lo ritiene necessario si ricorre ad una biopsia superficiale del collo dell’utero, cioè si asporta con una pinzetta una piccolissima quantità di mucosa che viene analizzata al microscopio. La diagnosi delle alterazioni delle cellule o dei tumori nella fase iniziale permette una cura che ha come risultato la guarigione nel 100% dei casi. Le cure sono di tipo chirurgico e consistono nel togliere, con varie tecniche, la parte di collo dell’utero in cui sono presenti le cellule trasformate.

  • Oggi la diagnosi precoce è ancora più precisa

    Eseguire un Pap-test ogni 3 anni è un metodo sicuro ed efficace per individuare e trattare tempestivamente le lesioni a rischio di evoluzione verso la malignità. In Piemonte oltre i 30 anni di età si esegue un test per la ricerca della presenza del virus HPV : se il risultato è positivo di procede ad un esame successivo di completamento fatto con la metodica del Pap- test tradizionale SULLO STESSO PRELIEVO. Quindi la donna non deve fare due esami! Se anche questo secondo test mostra delle alterazioni particolari allora si va avanti con indagini più approfondite come scritto più sopra. Se il test HPV è negativo la donna deve ripetere il controllo ad intervalli di 5 anni. Sotto i 30 anni si preferisce invece eseguire il solo Pap-test, perché il test per la ricerca del virus HPV porterebbe ad un eccesso di trattamenti inutili di lesioni destinate a regredire spontaneamente.

  • Come si fanno l’HPV Test ed il Pap Test ?

    Il test HPV e il Pap-test (o prova di Papanicolau, dal nome del medico che l’ha introdotta) consistono nel prelievo, con una spatola di legno ed uno spazzolino, di una piccola quantità di cellule e muco presente sul collo dell’utero che sono poi analizzati in laboratorio. L’esame è rapido (pochi minuti) e indolore. Dopo l’esecuzione può essere normale perdere qualche goccia di sangue nelle ore successive: non allarmatevi , è sufficiente indossare un salvaslip. Prima dell’esame: occorre evitare l’uso di ovuli, creme, candelette o lavande vaginali nei cinque giorni precedenti il test e astenersi dai rapporti sessuali senza preservativo nelle 24 ore precedenti il prelievo. Non ci si deve sottoporre a Pap-test durante le mestruazioni (né nei due giorni successivi) perché i risultati potrebbero essere poco attendibili.

  • La colposcopia e la biopsia.

    Quando il risultato del Pap-test indica anomalie particolari, si esegue una colposcopia, un esame indolore che consiste nell’osservazione per via vaginale dell’utero ingrandito attraverso una specie di binocolo. In molti casi questo non basta ed allora si fa un prelievo di piccoli frammenti del collo dell’utero con una apposita pinzetta (biopsia). L’esame è poco fastidioso, dura pochi minuti ed è eseguito da ginecologi esperti in questa materia.

  • Prevenzione del tumore dell'utero

    E’ molto difficile evitare l’infezione da HPV nelle persone giovani che sono sessualmente attive. E’ un’infezione molto comune che può colpire fino al 50-70 % della popolazione . Sfortunatamente più si fa sesso con persone diverse più si hanno possibilità di incontrare il virus. Il preservativo non garantisce una protezione del 100%. Nell’agosto 2006 l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha fornito indicazioni per l’introduzione dei vaccini anti-Hpv, secondo cui le preadolescenti tra i 9 e i 13 anni di età rappresentano il principale gruppo di persone da vaccinare: la vaccinazione prima dell’inizio dei rapporti sessuali è infatti particolarmente vantaggiosa perché induce una protezione elevata prima di un eventuale contagio con Hpv. Dal 2007 è stata iniziata una campagna di vaccinazione in Italia nelle preadolescenti, estesa anche ai maschi a partire dal 2017. Nel 2020 la copertura nazionale è andata dal 36 a 80%% con profonde differenze lungo la penisola. Il vaccino nona valente attualmente in uso (diretto a 9 tipi diversi di HPV) è in grado di prevenire il 90% dei tumori ed il 90%dei condilomi genitali.

  • IL TUMORE DELL'ANO

    Il cancro anale è anch’esso un tumore legato alla presenza del virus HPV. All’inizio non dà sintomi e l’unico modo per scoprirlo è attraverso una diagnosi precoce con una visita specialistica. La cura può dare buoni risultati se tempestiva.

  • Cause del tumore anale

    Il cancro anale è un tumore relativamente raro (meno di due casi ogni 100.000 abitanti). È più colpito il sesso femminile, in particolare tra i 50 e 60 anni. L'infezione da parte di ceppi di HPV ad alto rischio rappresenta un fattore necessario, anche se non sufficiente, per lo sviluppo di lesioni precancerose e poi tumorali. Chi fuma sigarette o è sieropositivo per HIV, o le donne che hanno già avuto un cancro dei genitali, ha un rischio maggiore di sviluppare un cancro dell’ano. Anche i maschi che hanno avuto rapporti anali non protetti sono a maggior rischio di sviluppare questo tumore. Tuttavia va ricordato che la presenza di un tumore dell’ano non è necessariamente legata ad aver ricevuto rapporti anali penetrativi.

  • Sintomi e diagnosi

    Il sintomo iniziale più frequente del tumore anale è una modesta e saltuaria perdita di sangue dall’ano. Altri sintomi sono dolore, prurito locale, sensazione di corpo estraneo o di peso, perdite mucose dall'ano. Attenzione: il 20% dei casi è totalmente asintomatico. Con il progredire della malattia possono comparire disturbi urinari, sangue nell’urina e impotenza nell’uomo, emorragie vaginali, dolore alla radice degli arti inferiori e gonfiore delle gambe. La diagnosi si effettua inizialmente con una esplorazione anale , quindi il sanitario può effettuare una anoscopia (osservazione con un piccolo strumento infilato nell’ano) e nel caso di lesioni sospette fare una biopsia, che è il sistema di diagnosi più efficace. In centri altamente specializzati può essere eseguita una anoscopia ad alta risoluzione che permette una migliore definizione delle lesioni. Attualmente il PAP test anale ( che si esegue mediante una piccolo prelievo di cellule con uno spazzolino introdotto nell’ano) non ha ancora un ruolo bene definito nella diagnosi.

  • La cura del cancro anale

    Il carcinoma dell’ano si può curare con buoni risultati mediante terapie che usano le radiazioni associate a sostanze curative iniettate per via endovenosa (cure chemio-radioterapiche) ; la chirurgia è utilizzata molto più raramente.