L'AIDS è la conseguenza di un'infezione causata dal virus HIV (Human Immunodeficiency Virus). I virus sono di due tipi, HIV-1 e HIV-2, ma il più diffuso è certamente HIV-1. L'infezione, una volta acquisita, è permanente, si localizza in cellule particolari del nostro sistema di difesa (linfociti T-Helper o CD4) e il virus, dopo essersi moltiplicato al loro interno, le distrugge progressivamente. Nel corso degli anni, a causa della diminuzione del numero di queste cellule, diminuisce la capacità del corpo di difendersi contro altre infezioni: compaiono quindi malattie infettive, dette secondarie o "opportunistiche", dei polmoni, del cervello, dell'intestino o del sangue che portano alla morte. Inoltre l'inefficienza del sistema di difesa fa sì che si sviluppino anche alcuni tumori (sarcoma di Kaposi, linfomi, ecc.). L'AIDS (Sindrome da immunodeficienza acquisita) è quindi la fase finale ("conclamata") dell'infezione da HIV. Questa condizione è una "sindrome", ovvero un insieme di disturbi e di malattie diverse che hanno una stessa origine, cioè la presenza di una deficienza immunitaria acquisita e provocata dal virus HIV. L'infezione da HIV in Italia è probabilmente presente oggi in oltre 110-130.000 persone; dall'inizio dell'’epidemia i casi di AIDS conclamata sono stati quasi 60.000. Al mondo si stimano in quasi 40.000.000 il numero delle persone viventi colpite dal virus.
La modalità di trasmissione dell'infezione è il contatto diretto tra una persona infetta e una persona sana. Il virus HIV pertanto si trasmette:
-attraverso rapporti sessuali vaginali, anali e oro-genitali non protetti da profilattico o con uso non adeguato dello stesso; in caso di rapporti oro-genitali, è a rischio la persona che mette la bocca a contatto con l'organo genitale del partner; nei rapporti sessuali non protetti le donne corrono un rischio di contagio più elevato rispetto agli uomini
-con il sangue e i suoi derivati, attraverso lo scambio di siringhe contaminate (per chi si inietta sostanze per via endovenosa), attraverso un contatto diretto tra ferite cutanee profonde, aperte e sanguinanti, attraverso un contatto diretto del sangue con mucose; attraverso le trasfusioni non controllate in laboratorio
-da madre sieropositiva a figlio durante la gravidanza, il parto, attraverso l'allattamento al seno materno
-in casi molto rari, con i trapianti di organi o tessuti o inseminazione artificiale con organi, tessuti o sperma donati da soggetti sieropositivi nel "periodo finestra".
Il rischio di acquisire il virus attraverso un rapporto sessuale varia a seconda del tipo di rapporto e la contagiosità del paziente infettante. In linea molto generale, dopo un rapporto anale o genitale non protetto con una persona sieropositiva il rischio di infettarsi è mediamente di un caso su 300. Cioè si avvera un'infezione ogni 300 rapporti con una persona positiva. Una persona tuttavia può contrarre l'infezione anche per una singola esposizione. Il rischio per una donna di acquisire l'infezione da un partner maschio sieropositivo all'interno di una relazione che duri da anni può essere calcolato tra il 10 ed il 45%. Il rischio di acquisire l'HIV in seguito ad un rapporto orale è molto basso ma comunque esiste.
-attraverso lacrime, sudore, saliva, urina, feci, secrezioni nasali, vomito purchè non contaminati da sangue
-la vita in famiglia o in comunità, le strette di mano, i baci "sociali"
-l'uso in comune di stoviglie e la preparazione di cibi
-l’uso di toilette, piscine, saune e luoghi pubblici
-il morso delle zanzare.
Dopo il contagio passa un certo tempo (alcune settimane: il "periodo finestra") prima che una persona diventi sieropositiva. A questo punto può avere dei sintomi lievi e aspecifici (febbre, malessere, macchioline pallide sulle pelle, ingrandimento dei linfonodi, diarrea, mal di testa). In seguito, le persone sieropositive possono essere prive di sintomi per molti anni, ma sono portatrici del virus dell'HIV e possono trasmetterlo. Tuttavia ad un certo punto possono comparire una perdita di peso inspiegabile, stanchezza eccessiva, diarrea, ghiandole ingrossate o infiammate, febbre persistente, infezioni vaginali persistenti.
Durante la gravidanza, il parto o l'allattamento una madre sieropositiva può contagiare il bambino. L'uso di farmaci antivirali per la donna e per il neonato, associati al taglio cesareo e alla rinuncia all'allattamento al seno, ha permesso la riduzione della trasmissione dal 20-40% a meno del 2%.
In presenza dell'’HIV, l'organismo tenta di difendersi fabbricando sostanze dette "anticorpi": una sorta di armi che tentano di uccidere il virus. Gli anticorpi purtroppo sono armi deboli e non sono in grado di eliminare il virus ma, attraverso un'indagine di laboratorio, possono essere trovati nel sangue delle persone contagiate e indicarci che l'’infezione è presente e attiva. Le persone che possiedono nel proprio sangue gli anticorpi contro il virus sono definite "sieropositive" per HIV. Quando la capacità di difendersi scende sotto una soglia minima compaiono le altre infezioni secondarie (chiamate perciò opportunistiche) o particolari tumori: a questo punto siamo arrivati allo sviluppo dell'AIDS.
Al momento non esistono vaccini o cure risolutive; esiste una terapia con vari farmaci che ha lo scopo di migliorare la qualità della vita dei malati e di tenere sotto controllo il progredire dell'infezione. Attenzione: la terapia non permette di tornare sieronegativi, in quanto il virus rimane nell’organismo, quindi c’è il rischio di trasmetterlo attraverso rapporti sessuali non protetti o di materiali usati per iniettarsi la droga in vena.
Tutti i partner con i quali si sono avuti rapporti nei mesi precedenti andrebbero avvisati ed avviati ad un controllo medico e ad esami di laboratorio. E' necessario astenersi dai rapporti sessuali fin quando non si è stabilita la situazione clinica personale e del partner. In seguito occorrerà usare sempre il il preservativo. Anche nelle coppie in cui entrambi i partner sono sieropositivi è rischioso mescolare tipi diversi del virus HIV. Con i partner non stabili, l'uso del preservativo è altamente protettivo nei confronti della persona sieronegativa. Ricorda poi che il virus può essere trasmesso insieme ad altri microbi, quindi il preservativo impedisce il contagio contemporaneo di altre IST.
Il preservativo utilizzato nei rapporti vaginali, anali e orali costituisce il mezzo di protezione più efficace contro l’HIV/AIDS. Elenchiamo qui di seguito alcune situazioni in base al rischio (basso, medio e alto) di contrarre l'HIV. Attenzione: il rischio non è eliminabile al 100%. In linea generale si può dire che ci siano:
-fantasie sessuali (compreso il sesso al telefono e il cyber-sesso)
-masturbazione, anche reciproca, purchè senza penetrazione
-contatto sessuale senza alcuna penetrazione (massaggi, sfregamenti del corpo coperto di vestiti)
-baciarsi senza scambiarsi la lingua
-utilizzare oggetti per il piacere sessuale senza scambiarli.
-sesso orale (purché con preservativo o altra protezione di lattice)
> Cunnilingus è il nome del sesso orale praticato su una donna: la bocca o la lingua stimolano la vulva o il clitoride.
> Fellatio è il nome del sesso orale praticato su un uomo: la bocca o la lingua stimolano il pene e lo scroto
-sesso vaginale (penetrare ed essere penetrati) con preservativo
-sesso anale (penetrare ed essere penetrati) con preservativo
-contatti oro-anali usando una protezione di lattice (DAM)
> Anilingus è il nome del sesso praticato stimolando con la bocca o la lingua l'ano e la regione intorno chiamata perineo; talvolta è chiamato anche "rimming"
-contatti digito-genitali penetrativi con protezioni come un guanto o ditali di gomma /lattice
o inserire un dito nei genitali o nell'ano è chiamato anche "fingering"
-scambiarsi oggetti o stimolatori usati per il piacere sessuale purchè siano puliti e coperti da un preservativo.
-sesso oro-genitale non protetto con DAM o preservativo
-contatti digito-genitali penetrativi ("fingering") senza protezioni di barriera come un guanto o ditali di gomma /lattice
-scambiarsi oggetti usati per il piacere sessuale/stimolatori non ricoperti con il condom
-sesso vaginale (penetrare ed essere penetrati) senza preservativo
-sesso anale (penetrare ed essere penetrati) senza preservativo
-cunnilingus senza protezione di lattice durante il mestruo.
-infilare tutte le dita o l'intera mano nell'ano ("fisting") senza protezioni di barriera come un guanto o ditali di gomma
-rapporti anali o vaginali molto traumatici con presenza di sangue.